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Maggio 23, 2025
Molte aziende sono convinte di avere tutto sotto controllo. Sistemi aggiornati, antivirus attivi, policy di accesso ben definite. Ma la domanda reale è: quanto controllo abbiamo davvero sugli endpoint aziendali?
Negli ambienti lavorativi di oggi i dispositivi (laptop, smartphone, tablet, device personali) sono interconnessi tra loro ed è indispensabile che sia così. Tuttavia, spesso la security posture aziendale poggia su presupposti deboli: protezioni frammentate, visibilità parziale, gestione non unificata.
Questa è l’illusione del controllo: un sistema che sembra funzionare, fino al momento in cui non avviene il primo incidente cyber.
L’equilibrio tra produttività e sicurezza è sempre più difficile da mantenere. Ogni nuovo dispositivo che entra nell’ecosistema aziendale (che sia un laptop aziendale, uno smartphone personale abilitato al BYOD…) è anche un potenziale vettore di rischio. È una questione di eterogeneità e mancanza di coerenza nella gestione.
Spesso le minacce non si presentano con un attacco diretto e clamoroso. Al contrario, si insinuano in modo silenzioso sfruttando:
A tutto ciò si aggiunge un fattore critico, ovvero, la visibilità parziale o assente. Senza un quadro centralizzato, è impossibile sapere quanti dispositivi sono attivi, su quali reti si connettono, quali rischi espongono e quanto aderiscono alle policy aziendali.
In questo contesto, le minacce informatiche moderne si muovono con estrema agilità. I cybercriminali sfruttano strumenti automatizzati per individuare falle nella sicurezza degli endpoint, intercettare credenziali, installare malware o ransomware che si propagano lateralmente nella rete.
Chi gestisce la sicurezza aziendale, spesso, si accorge del problema solo a incidente avvenuto. E a quel punto, i costi economici, reputazionali e operativi possono essere elevatissimi.
Secondo il nostro approfondimento dedicato alle nuove minacce “Sicurezza dei dispositivi mobili: le minacce odierne e quelle del futuro” emerge chiaramente come gli attaccanti sfruttino proprio i punti ciechi nella gestione degli endpoint, colpendo dove manca aggiornamento, controllo o consapevolezza.
E anche quando si adottano tecnologie avanzate per l’autenticazione, la percezione di sicurezza può essere fuorviante se mancano strumenti di endpoint management in grado di garantire policy coerenti e visibilità in tempo reale.
Per uscire dall’illusione del controllo, serve una governance centralizzata. L’Unified Endpoint Management (UEM) rappresenta oggi uno standard imprescindibile per tutte le organizzazioni che vogliono mettere in sicurezza i dispositivi aziendali senza compromettere l’agilità operativa.
Ma cosa significa, in concreto, adottare una strategia di gestione unificata degli endpoint?
Significa:
Consente di reagire rapidamente ai cambiamenti del contesto lavorativo (nuove sedi, smart working, ingressi/uscite del personale), mantenendo sempre sotto controllo il livello di esposizione dell’azienda.
Inoltre, la gestione unificata è fondamentale per affrontare temi come:
Senza UEM, tutto questo diventa un puzzle difficile da comporre, fatto di strumenti scollegati e zone d’ombra difficili da illuminare.
Hai già una strategia di gestione degli endpoint?
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Il servizio UEM Assessment di Mobisec nasce per rispondere a una domanda precisa: “Dove siamo realmente, oggi, nella gestione della sicurezza degli endpoint?”
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Troppo spesso, la sicurezza dei dispositivi aziendali si affida a strumenti parziali o a soluzioni disallineate tra loro. Il risultato è un sistema difficile da monitorare, da aggiornare e, soprattutto, da proteggere davvero.
Una security posture solida parte dal riconoscere che gli endpoint possono essere un punto debole, ed è possibile trasformarli in un punto di forza grazie a un approccio strategico.
Mobisec può guidarti in questo percorso.
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