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Dicembre 10, 2024
Le applicazioni mobile sono il cuore pulsante di molte attività aziendali, ma la loro sicurezza è spesso sottovalutata o affrontata in modo parziale. Capire la differenza tra analisi statica e analisi dinamica non è solo una questione tecnica: è fondamentale per costruire un approccio solido per rendere più sicuri app e dati aziendali.
In questo articolo esploreremo i due approcci, i loro punti di forza e i limiti.
L’analisi statica esamina il codice sorgente dell’app o il file binario senza eseguirla. È uno strumento indispensabile nella fase iniziale di un progetto, poiché permette di:
Tuttavia, l’analisi statica, come detto, si concentra esclusivamente sul codice. Non considera come l’app interagirà con l’ambiente reale, lasciando scoperti aspetti critici come la protezione dei dati trasmessi o l’autenticazione delle connessioni.
L’analisi dinamica, invece, osserva il comportamento dell’app in un ambiente reale. Questa tecnica è essenziale per scoprire vulnerabilità che emergono solo durante l’utilizzo dell’app. I penetration tester eseguono l’applicazione, verificando aspetti come ad esempio:
A differenza dell’analisi statica, quella dinamica si adatta all’ambiente reale, ma non si concentra sui dettagli del codice.
Un aspetto spesso trascurato è che statica e dinamica non sono alternative, ma complementari.
La combinazione di entrambe consente una visione completa: il codice viene verificato a monte, mentre i test sul campo garantiscono che l’app sia sicura anche nel mondo reale.
Le minacce alle app mobile si evolvono rapidamente. Soltanto un approccio integrato tra analisi statica e dinamica offre una protezione completa.
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